Itinerario Trieste – Val Rosandra – Muggia

Lungo il tracciato della Via Bora, dopo aver visitato lo splendido centro storico di Trieste/Trst, il cicloturista può percorrere un suggestivo itinerario che in pochi chilometri lo porterà in un contesto completamente diverso da quello cittadino.
Si tratta della meravigliosa pista ciclabile Cottur, che da Trieste/Trst porta alla scoperta di affascinanti luoghi storici e panorami mozzafiato. Questo itinerario unico, inaugurato nell’ottobre del 2010, segue in parte il percorso dell’antica linea ferroviaria Pola/Pula-Divaccia/Divača, che un tempo collegava Trieste/Trst ad Erpelle/Hrpelje fino al 1959.

Cenni storici
La pista ciclopedonale è stata inaugurata nel 2010 ed intitolata a Giordano Cottur (Trieste/Trst, 1914 – 2006) figura storica del ciclismo, tre volte terzo al Giro d’Italia.

La partenza si trova nel pittoresco quartiere di San Giacomo, accanto al centro città. La strada procede su asfalto in leggera salita, facilmente praticabile anche dai più piccoli, con diversi accessi esterni fino alla zona periferica di Altura.

Da qui il fondo diventa sterrato, con piccole irregolarità, che fanno preferire l’uso di una mountain bike o di una gravel alla classica bici da corsa.
Appena superata l’ex Stazione di Sant’Antonio/Boršt – Moccò/Zabrežec, il cicloturista si trova di fronte ad uno dei tanti bivi che caratterizzano la via Bora. Se vuole proseguire su un percorso facile, interamente dedicato alle due ruote, può continuare sulla ciclabile Cottur, verso il confine sloveno. Altrimenti, può fare una deviazione e dirigersi verso l’abitato di Dolina, per poi proseguire su un tracciato di media difficoltà, fino al centro di Muggia/Milje, limite sud dell’intero percorso.

Procedendo dritti lungo la Cottur, il percorso si fa sempre più interessante, perché dopo rigogliosi vigneti e dolci colline, l’aspra maestosità della Val Rosandra/Dolina Glinščice si apre di fronte agli occhi. Qui è possibile fare una breve sosta per ammirare il suggestivo Cippo Comici e la pittoresca chiesetta di Santa Maria in Siaris, incastonati tra i maestosi lastroni calcarei. Si narra che questa chiesetta sia stata commissionata da Carlo Magno come luogo di sepoltura. Per raggiungerla, è necessario percorrere un sentiero a piedi, che parte dal Rifugio Premuda e costeggia i resti di un acquedotto romano.

Durante il tragitto, ci si trova immersi in una varietà di colori grazie ai fiori selvatici che decorano il paesaggio e segnano il passare delle stagioni. Ai lati della strada ci si può persino imbattere in capre selvatiche al pascolo o scorgere alcuni falchi pellegrini in volo.
Il percorso si snoda tra viadotti storici e gallerie scavate nella roccia. Uno dei punti salienti è la suggestiva galleria della Chiusa, illuminata dal basso, dove le luci si accendono al passaggio dei ciclisti, creando un’atmosfera magica.
Attualmente, la pista ciclabile termina poco dopo il confine di Stato. Ma la Via Bora prosegue, lambisce il confine italo-sloveno e si dirige a nord-ovest, verso l’abitato di Basovizza/Bazovica.
Il tracciato qui diventa rosso, di media difficoltà, più impegnativo rispetto a quello percorso lungo l’ex ferrovia.

La costruzione delle prime ferrovie, iniziata nel XIX secolo, segnò un’epoca epica in cui l’uomo cercò di domare gli spazi naturali adattandoli alle proprie esigenze. La prima linea ferroviaria costruita a Trieste/Trst fu inaugurata il 27 luglio 1857, chiamata Linea Sud, che collegava la città alla capitale Vienna/Dunaj. Nel 1887 fu aperta una seconda linea, la Trieste/Trst-Erpelle/Hrpelje, nota anche come linea della valle del Glinščice. Infatti, attraversava questa valle fino all’Istria e qui si univa all’altra linea verso Pola/Pula. Il collegamento si rivelò la chiave per incrementare il traffico nel porto franco.

Cenni storici
Oggi la Trieste/Trst-Erpelle/Hrpelje è diventata una pista ciclopedonale. Percorrendo (in bicicletta o a piedi) il breve tratto da Draga Sant’Elia/Draga verso Trieste/Trst, ci si trova nel cuore pulsante del Carso, tra gli alti muri di pietra, le ampie vallate dominate dalle colline carsiche, le gallerie scavate nella roccia e la suggestiva vista sul mare.

Se invece si privilegia il percorso di media difficoltà, il tratto in discesa dall’ex Stazione fino a Dolina è scorrevole e rilassante, per riprendere le forze prima del saliscendi su sterrato che caratterizza questa parte di percorso fino a Muggia/Milje.
Si attraversa infatti il centro di Dolina, si sale per un breve tratto sulla Provinciale verso Prebenico/Prebeneg, per poi abbandonarla seguendo una traccia nel bosco che costeggia il confine di Stato e sbuca in zona Laghetti delle Noghere, dopo Monte D’oro.

Seguendo quindi il Rio Ospo fino alla foce, si arriva velocemente nel centro storico della cittadina rivierasca, dove si conclude il tracciato della Via Bora ed è possibile proseguire con altri percorsi cicloturistici, come la Parenzana.

Cenni storici
Muggia/Milje, oggi ultimo lembo di terra italiana prima della Slovenia e della Croazia, è un’area con una ricca storia che inizia dall’età del bronzo. È stata abitata da agricoltori in villaggi fortificati noti come castellieri fino alla conquista romana nel 117 a.C., quando divenne un accampamento militare. Dopo la caduta di Roma, fu sotto il controllo di Goti, Bizantini, Longobardi, Franchi e infine del patriarcato di Aquileia nel 931. Nel 1202, il doge Enrico Dandolo siglò un patto di fedeltà con Venezia e nel XV secolo Muggia si alleò con la Serenissima per difendersi da Trieste.
Dopo la dominazione napoleonica, nel 1814 entrò a far parte dell’Austria, sviluppando l’industria navale. Con il trattato di Rapallo nel 1920, fu annessa all’Italia e, dopo la Seconda Guerra Mondiale, perse territori a favore dell’ex Jugoslavia. Tra le attrazioni da non perdere: il Santuario di Santa Maria Assunta e il parco archeologico a Muggia vecchia; i resti del castelliere di Elleri; il trecentesco Castello di Muggia; il Duomo, la cui consacrazione risale al 1263; il Museo d’arte moderna Ugo Carà; lo spugnificio Rosenfeld; la Biblioteca Beethoveniana.

  • Partenza da Trieste/Trst
    La ciclabile “Giordano Cottur” parte dal centro cittadino nel rione di San Giacomo accanto al
    numero 1 di via Antonio Gramsci.
  • Ex Stazione Sant’Antonio/Boršt – Moccò/Zabrežec
    La stazione di Sant’Antonio/Boršt – Moccò/Zabrežec, una stazione ferroviaria sulla linea Trieste/Trst-Erpelle/Hrpelje, serviva i comuni di Sant’Antonio in Bosco/ Boršt e Moccò/Zabrežec, frazioni di S. Dorligo della Valle/Dolina. Attualmente è un’abitazione privata.
  • Santa Maria in Siaris
    La chiesa di Santa Maria in Siaris si trova nel comune di San Dorligo della Valle/Dolina, nella Riserva Naturale della Val Rosandra/Dolina Glinščice. Lontana da ogni centro abitato. è raggiungibile solo a piedi tramite un sentiero sassoso.
  • Arrivo a Draga Sant’Elia/Draga
    A 13 km da Trieste/Trst, Draga Sant’Elia/Draga è l’ultimo paesino che incontreremo prima di attraversare il confine con la Slovenia, dove il percorso della ciclabile andrà a finire a Erpelle/Hrpelje.
  • Monte D’oro
    Il rilievo si trova sul lungo dosso che collega il ciglione carsico da San Servolo/Socerb a Muggia/Milje. Domina la valle del rio Ospo e la piana percorsa dal torrente Rosandra, offrendo un’ampia visuale del golfo di Trieste/Trst.
  • Muggia/Milje
    Il porto di Muggia ospita piccole imbarcazioni per la pesca costiera e grandi pescherecci per la pesca al largo. La zona è nota anche per i suoi ristoranti che offrono piatti della tradizione ittica locale.
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