Il futuro in Carso passa dal cammino?

Il GAL ha chiesto a Luigi Nacci di mettere nero su bianco il suo intervento dedicato al turismo responsabile all’evento del 20 ottobre nel contesto del progetto AdriaWealth di Area Science Park.

Luigi Nacci è scrittore, giornalista e guida della Compagnia dei Cammini. Pubblichiamo di seguito il suo testo.

Luigi Nacci


Breve storia e struttura della Compagnia dei Cammini

coppia in cammino

La Compagnia dei Cammini è un’associazione che lavora per diffondere la cultura del cammino e del camminare. Lo fa principalmente organizzando viaggi a piedi in Italia e in Europa (circa 150 all’anno), ma anche collaborando a iniziative come festival e rassegne, istituendo collaborazioni con soggetti di cui si condividono le finalità, nonché elaborando riflessioni e testi che vengono fatti circolare attraverso un blog, una newsletter spedita a quasi 30 mila persone e i social network.
È stata fondata nel 2011 da Luca Gianotti, nella scia dell’esperienza della Boscaglia, che fin dalla metà degli anni ’90 si è imposta come una delle maggiori realtà del “nuovo” camminare in Italia: lento, privo di spirito agonistico, adatto a tutti, anche a chi non ha un passato di escursionista alle spalle. La Compagnia infatti aspira a proporre cammini e non trekking, in cui viene privilegiato il contatto con la natura, con le piccole località non interessate da massicci flussi turistici, con i responsabili di strutture ricettive e associazioni che hanno fatto scelte di vita responsabili, e in cui la regola basica è rispettare il passo dell’ultimo. Si tratta di viaggi della durata, in genere, di una settimana, o almeno di 3 giorni, perché per calarsi nell’esperienza del cammino, sia come singolo che membro di un gruppo, c’è bisogno di tempo, di rallentare il più possibile rispetto ai ritmi della vita quotidiana.

Tutti i cammini sono condotti da guide ambientali escursionistiche o accompagnatori di media montagna o guide alpine. Sono 21 in tutto. A queste figure si affiancano 8 accompagnatori speciali, le cosiddette “guide d’autore”: 5 scrittori, 2 musicisti, uno psicoterapeuta. Quindi lo staff, composto da 4 persone che si occupano della segreteria e del sito web, l’ufficio stampa e infine i “non umani”, ovvero gli asinelli e i cani che animano in special modo la “Compagnia dei Bambini”, una sottosezione dedicata alle famiglie e ai più piccoli.

Un gruppo di Luigi a Lubiana

Camminare a est

Ho una formazione umanistica, mi sono sempre occupato di letteratura, e ho scoperto il cammino in tarda età. Mi ritengo dunque una “guida ibrida, a trazione antropologica”.
Dove? Amo condurre i gruppi per la Compagnia dei Cammini nelle terre che posso definire casa. Sono nato a Trieste e considero stanze della mia casa il Friuli e la Venezia Giulia, la Carniola, l’Istria e la Dalmazia, ma anche i Balcani e la Pannonia, il centro e est Europa in generale (pure la Spagna, ma non è questa la sede per parlarne). Qui sono nato e in gran parte vissuto, ho studiato e viaggiato con tutti i mezzi di trasporto possibili. Quando ho iniziato a farlo a piedi, è stato come conoscere queste terre per la prima volta.

Carso aspro e dolce – una sorta di periplo del Carso italiano, della durata di 5 giorni.
Ciceria, l’Istria sconosciuta – dal mare di Trieste a quello del Quarnero, 6 giorni tra villaggi semidisabitati.
Passaggio a Nordest – da Lubiana a Trieste, foreste a non finire, 8 giorni.
La grande traversata di Cherso – da nord a sud, l’isola più estesa e affascinante dell’Adriatico, 7 giorni.
https://nacciluigi.wordpress.com/cammina-con-me

Luigi Nacci

Costruisco i viaggi come se scrivessi un libro. Ogni viaggio costituisce un capitolo che viene preparato con estrema lentezza. Rispondo prima di tutto ad una poetica. Il cammino in Carso è il capitolo della storia per eccellenza, dei contrasti più acuti. La traversata in Ciceria è un viaggio nella dimenticanza, nella desolazione che cura. La traversata da Lubiana a Trieste è un’immersione nelle foreste rigogliose, nel respiro. Quella nord-sud dell’isola di Cherso è lo slancio verso il Mediterraneo, la via di fuga. Tutti questi cammini hanno senza dubbio al centro la storia e sono accomunati dall’idea della traversata. Non si dorme mai nello stesso posto 2 volte, sono costruiti nell’ottica del grande viaggio, anche se fatto in pochi giorni. Il viaggio iniziatico, di formazione, di trasformazione. Sono dei piccoli pellegrinaggi, delle migrazioni minime, dei cammini giacobei o francigeni in miniatura, non degli itinerari turistici.

Camminare in Carso

Sono partito da una domanda: perché non esistono cammini organizzati nel Carso triestino di più giorni? Forse perché la nostra è una provincia minuscola? Così ho iniziato a lavorare all’idea della traversata. Un viaggio vero e proprio, in cui siano presenti i tratti salienti del territorio: natura, storia, tradizioni, lingue, letteratura, specialità eno-gastronomiche. Il nostro è un territorio frammentato, composto da identità e memorie troppo spesso contrapposte? Bene, sarà il cammino ad unirle. Non un’escursione didattica ma un’esperienza.

camminatori in piazza unità

camminatori in piazza Unità

Partire dal mare, attraversare la città, salire in altipiano dolcemente, perdersi nella boscaglia, cercare gli ultimi fazzoletti di landa, visitare i monumenti storici che appartengono a fronti diversi, ascoltare testimonianze, ascoltare le parole di scrittori locali, gustare i prodotti tipici, provare il buio delle grotte e dei bunker, l’ombra delle doline, la polvere delle trincee, camminare sulle pietre dei castellieri, visitare le osmize, godere dei panorami dalle vedette, allo stesso tempo criticare l’antropizzazione, prendere nota delle brutture.

Non si possono attirare i forestieri dicendo che troveranno una terra bellissima. Se glielo dicessimo, si aspetterebbero una terra incontaminata o quasi. Invece nella parte italiana del Carso la densità abitativa è alta, le infrastrutture pesanti vicine l’una all’altra, ci sono discariche, c’è incuria. E allora che cosa dire? La verità: la bellezza indiscutibile del nostro Carso risiede nella sua complessità. Il Carso è misterioso, ci si può perdere, è al ridosso di un confine che non c’è più ma resiste ancora nelle teste di molti suoi abitanti, è est e ovest, è un po’ Balcani e un po’ Mitteleuropa, grande mare e mancanza di acqua, è bora chiara che porta luce mediterranea e bora scura che porta i grigi del nord. Questa è la bellezza del Carso, e per trasmetterla c’è bisogno di tempo, non si può solo spiegare a parole, bisogna che il forestiero la viva su di sé. Un’esperienza protratta e sensoriale.

Pensando a ciò ho progettato un cammino di 5 giorni. Da Trieste a Duino, mare – calcare – mare. Potrebbe essere più lungo, inglobando Muggia da una parte e dall’altra il Carso isontino. Probabilmente in futuro lo sarà.

camminatori in una grotta carsica

Lati positivi:
– L’alta quantità di elementi caratterizzanti e di contrasto (carsismo classico, endemismi; trincee e guerra; monumenti appartenenti a memorie diverse; lingue e tradizioni, minoranza slovena etc.).
– La posizione: alle spalle della città.
– Il miglioramento progressivo della qualità eno-gastronomica.
– L’incanto di certe porzioni: Val Rosandra, la vista del mare da molti tratti del sentiero n. 1, Grotta Gigante e Grotta dell’Ospedale sotto la cima dell’Hermada, Sentiero Rilke, etc.

Lati negativi:
– Troppe infrastrutture (autostrada, strade, ferrovia).
– Poche strutture ricettive per gruppi e difficoltà ad essere ospitati per una notte sola (il cardine del viaggio a piedi e in bicicletta: il viaggiatore cambia posto ogni giorno).
– Manutenzione dei sentieri minori sempre più problematica e segnaletica delle grandi vie insufficiente (deve essere frequente e intuitiva).
– Attitudine non pienamente sviluppata a fare sistema e mancanza di una strategia unitaria nella comunicazione: quale Carso “esportare”? Cosa mettere in risalto?
– Scarsa presenza di camminatori fuori dai sentieri noti (ciclabile della Val Rosandra, strada Vicentina, Rilke, etc.).
– Mancanza di mezzi di trasporto.

camminatori sulla napoleonica

CARSO FUTURO, qualche proposta:

– Manutenere i sentieri e la segnaletica con campagne periodiche, coinvolgendo più associazioni e gruppi.
– Avviare progetti con le scuole e l’università per portare i giovani, i bambini e le famiglie a camminarci.
– Organizzare per gli amministratori e gli operatori alberghieri locali cammini speciali e corsi sull’accoglienza del viandante sul modello di quanto è stato fatto nell’ambito del Cammino di Santiago e della Via Francigena (le esigenze di questo tipo di viaggiatore non coincidono necessariamente con quelle del turista classico).
– Diversificare e ampliare le fasce di prezzo dell’accoglienza.
– Realizzare mappe dei sentieri e dei grandi itinerari che qui transitano da distribuire in tutta la provincia e nelle scuole.
– Unirlo alla città con mezzi di trasporto (pubblici e privati).
– Aumentare i corsi di apprendimento della lingua slovena.
– Progettare in centro città, a Trieste e a Gorizia, un CENTRO INFORMATIVO DEL CARSO, che distribuisca materiali in più lingue in merito all’offerta alberghiera, eno-gastronomica, culturale, sentieristica. Un centro che sia anche punto di incontro tra la comunità italiana e quella slovena, nonché contenitore di idee.

camminatori in Carso

Concludo con la domanda che dà il titolo a questo contributo: il futuro in Carso passa dal cammino?

Possiamo immaginare uno sviluppo armonico e sostenibile del territorio a partire da chi va piano, dal viandante?

Non è forse questo il nipote di tutte quelle figure che si sono spostate tra i nostri sassi per secoli, che lo hanno curato o che da esso sono stati curati?

Pastori, donne del latte e delle uova, pellegrini, contadini, naturalisti, alpinisti, mercanti sulle vie del sale e delle spezie, soldati, partigiani, cacciatori, geologi, carbonai…

Luigi Nacci
www.nacciluigi.wordpress.com
www.cammini.eu

(nelle foto di questa pagina, Luigi e i suoi compagni di viaggio nei cammini da lui guidati)